Tracciati d'invenzione

L’architetto pensa per immagini e nei suoi diversi procedimenti di visualizzazione finisce sempre per costruire e denunciare un percorso inventivo che risulta strutturalmente coerente con la tradizione storica del comporre anche nelle sue espressioni di provocatoria rottura. Da sempre la formulazione del progetto di architettura affida d’altronde alle sue molteplici grafie le ragioni teoriche e metodologiche di una pratica ideativa che nasce sul piano bidimensionale, prima di arrivare a una formulazione spaziale definitiva e concreta.
Per capire i recenti sviluppi della ricerca architettonica e ricondurre il loro portato innovativo nella giusta proporzione, Fabio Quici, riallaccia i fili di una tradizione fatta di frammenti, un tempo costretti alla bidimensionalità del foglio di carte e che oggi possono invece essere sviluppati nelle tre dimensioni dello spazio digitale.
Fabio Quici affronta quindi il problema della rappresentazione a uso della ricerca architettonica e dell’invenzione creativa come terreno di incontro fra esperienze diverse, e mette quindi a confronto fra loro Klee, Kandinsky, Itten (per citare i più noti) fino ad arrivare alle più estreme avanguardie contemporanee (Eiseman, Tschumi, Libeskind e altri), i cui bozzetti e disegni sono oggi resi gestibili e interpretabili in chiave architettonica grazie ai moderni software.
Tracciati d’invenzione si pone dunque come un affascinante viaggio attraverso la produzione artistica dell’ultimo secolo, interpretata in chiave architettonica, offrendo così spunti di riflessione e di creatività per la pratica progettuale dell’architetto contemporaneo.