I disturbi cognitivi dell'invecchiamento

«L’anziano di oggi gode di maggiore salute, ha prospettive di vita più dilatate nel tempo e, a seguito del ritiro dal mondo del lavoro, si trova a progettare un futuro ancora lungo e ricco di esperienze di vita. Per garantire e sostenere le potenzialità degli anziani è necessario che si sviluppi una nuova cultura e un nuovo interesse nei loro confronti. Questo volume risponde con chiarezza e puntualità a questa esigenza, riconoscendo nella persona che invecchia un individuo con bisogni e risorse, una persona inserita in un contesto e legato ad altri individui da rapporti interpersonali tanto preziosi quanto fondamentali per il benessere soggettivo.»
– Dario Galati

Che cosa significa essere vecchio: le rughe? La pensione? Diventare nonni? Il corpo che si modifica? Solitamente per rispondere a queste domande si tende a considerare l’anziano come un universale, una categoria e non un essere umano e quindi un unico. Ecco allora che ci viene in aiuto la neuropsicologia clinica dell’invecchiamento che, servendosi dei tre orientamenti classici della psicologia (psicoanalitico, sistemico e cognitivo), permette di cogliere l’anziano come un individuo, un soggetto al quale si può finalmente offrire la certezza di essere ascoltato. Negli ultimi anni anche in Italia, un paese il cui 40% della popolazione è formato da vecchi (percentuale destinata ad aumentare ancora), questa disciplina ha assunto un ruolo sempre più rilevante.
I disturbi cognitivi dell’invecchiamento, coniugando felicemente i contributi della neuropsicologia, offre un quadro esaustivo degli strumenti diagnostici e riabilitativi necessari per comprendere i fenomeni psichici e fisici legati all’invecchiamento, in armonia con una visione della vecchiaia che non trascuri l’imprescindibile valore della soggettività dell’individuo.

Sonia Barba, psicologa, opera presso il Servizio di Neuropsicologia del Presidio Sanitario San Camillo di Torino, ospedale specializzato in recupero e rieducazione funzionale.